RISTRUTTURAZIONE DI UN APPARTAMENTO A RIVAROLO
Il progetto di ristrutturazione si configura come un intervento globale che ha conferito un nuovo volto ad un appartamento anni ‘50, ridisegnandone spazi e collegamenti, unendo scelte tecniche ed impiantistiche a scelte architettoniche ed estetiche.
L’intervento è stato redatto in due fasi temporalmente distinte (ed inizialmente non previste): la fase I (Indipendenza 62) interessava la riorganizzazione dell’abitazione al primo piano in funzione delle esigenze della committenza. L’attenta scelta distributiva, il disegno di arredi su misura ed lo studio dell’illuminazione hanno permesso di sfruttare al meglio ogni spazio, senza trascurare il disegno armonico complessivo, enfatizzando le scelte architettoniche anche con l’utilizzo di specifiche finiture interne.
La fase II nasce dall’esigenza di collegare il piano primo con l’appartamento sottostante, acquistato successivamente a circa un anno di distanza dalla conclusione dei lavori. La necessità di unire le due unità ha rimesso in gioco la distribuzione interna ed ha reso necessari una serie di accorgimenti tecnico-strutturali importanti. Il taglio del solaio interpiano per la creazione del vano scala ha richiesto accurati interventi di adeguamento dell’impianto di riscaldamento a pavimento, nonché il ri-cablaggio dell’impianto elettrico secondo una precisa consequenzialità degli interventi che consentisse l’utilizzo costante dell’abitazione.
Il posizionamento della scala interna, realizzata su misura e collocata in posizione centrale rispetto alla planimetria, ha permesso l’organizzazione funzionale dei nuovi spazi che si sono armonizzati in un tutt’uno consentendo di mantenere l’identità caratteristica del primo progetto.
Se nella fase I l’inserimento di nuovi impianti aveva consentito il contenimento dei consumi energetici ed in particolare l’impiego di un sistema domotico ottimizzava l’esercizio di utilizzo di tutte le componenti, con la fase II di ampliamento dell’unità abitativa è stato possibile ed immediato integrare i nuovi ambienti garantendo una gestione complessiva dei 230 mq. L’impianto di riscaldamento è del tipo radiante a pavimento regolato da sonde di temperatura per ogni ambiente gestite singolarmente dal pannello di controllo o da remoto.
La scelta di mantenere l’ingresso principale e la zona giorno al piano primo è stata dettata non solo dal fatto che la prima fase dei lavori era iniziata e terminata solo un anno prima, e alcuni ambienti del piano avevano caratteristiche che si volevano mantenere e non modificare, ma anche perché questo livello si presenta molto più luminoso di quello sottostante e le dimensioni degli ambienti soddisfano a pieno le esigenze della famiglia durante le ore diurne. Il nucleo familiare composto dai genitori e tre bambini aveva la necessità di creare spazi privati per ogni componente della famiglia, prestando attenzione a non sconvolgere gli ambienti appena ristrutturarti poiché ritenuti consoni e adatti alle loro esigenze.
Al piano rialzato sono collocate la zona notte e le attività di servizio, la lavanderia e la cabina armadio. L’ingresso al piano inferiore è stato mantenuto e viene utilizzato come accesso secondario. L’elemento di unione, che è diventato il fulcro della casa, è la scala di collegamento in legno massello e metallo, che congiunge non solo la zona notte con la zona giorno, ma con un gioco di pieni e vuoti e passate mette costantemente in relazione l’ingresso principale, il soggiorno, la zona studio e i locali di servizio, permettendo alla luce naturale di filtrare e di illuminare la parte centrale dell’appartamento. La scala è diventata un elemento attorno al quale ruotano le diverse attività della giornata, visibile e percepibile da più angolazioni, la sua posizione centrale ridisegna gli ambienti e sfrutta al meglio gli spazi inutilizzati dell’impianto planimetrico esistente.
L’intervento è stato redatto in due fasi temporalmente distinte (ed inizialmente non previste): la fase I (Indipendenza 62) interessava la riorganizzazione dell’abitazione al primo piano in funzione delle esigenze della committenza. L’attenta scelta distributiva, il disegno di arredi su misura ed lo studio dell’illuminazione hanno permesso di sfruttare al meglio ogni spazio, senza trascurare il disegno armonico complessivo, enfatizzando le scelte architettoniche anche con l’utilizzo di specifiche finiture interne.
La fase II nasce dall’esigenza di collegare il piano primo con l’appartamento sottostante, acquistato successivamente a circa un anno di distanza dalla conclusione dei lavori. La necessità di unire le due unità ha rimesso in gioco la distribuzione interna ed ha reso necessari una serie di accorgimenti tecnico-strutturali importanti. Il taglio del solaio interpiano per la creazione del vano scala ha richiesto accurati interventi di adeguamento dell’impianto di riscaldamento a pavimento, nonché il ri-cablaggio dell’impianto elettrico secondo una precisa consequenzialità degli interventi che consentisse l’utilizzo costante dell’abitazione.
Il posizionamento della scala interna, realizzata su misura e collocata in posizione centrale rispetto alla planimetria, ha permesso l’organizzazione funzionale dei nuovi spazi che si sono armonizzati in un tutt’uno consentendo di mantenere l’identità caratteristica del primo progetto.
Se nella fase I l’inserimento di nuovi impianti aveva consentito il contenimento dei consumi energetici ed in particolare l’impiego di un sistema domotico ottimizzava l’esercizio di utilizzo di tutte le componenti, con la fase II di ampliamento dell’unità abitativa è stato possibile ed immediato integrare i nuovi ambienti garantendo una gestione complessiva dei 230 mq. L’impianto di riscaldamento è del tipo radiante a pavimento regolato da sonde di temperatura per ogni ambiente gestite singolarmente dal pannello di controllo o da remoto.
La scelta di mantenere l’ingresso principale e la zona giorno al piano primo è stata dettata non solo dal fatto che la prima fase dei lavori era iniziata e terminata solo un anno prima, e alcuni ambienti del piano avevano caratteristiche che si volevano mantenere e non modificare, ma anche perché questo livello si presenta molto più luminoso di quello sottostante e le dimensioni degli ambienti soddisfano a pieno le esigenze della famiglia durante le ore diurne. Il nucleo familiare composto dai genitori e tre bambini aveva la necessità di creare spazi privati per ogni componente della famiglia, prestando attenzione a non sconvolgere gli ambienti appena ristrutturarti poiché ritenuti consoni e adatti alle loro esigenze.
Al piano rialzato sono collocate la zona notte e le attività di servizio, la lavanderia e la cabina armadio. L’ingresso al piano inferiore è stato mantenuto e viene utilizzato come accesso secondario. L’elemento di unione, che è diventato il fulcro della casa, è la scala di collegamento in legno massello e metallo, che congiunge non solo la zona notte con la zona giorno, ma con un gioco di pieni e vuoti e passate mette costantemente in relazione l’ingresso principale, il soggiorno, la zona studio e i locali di servizio, permettendo alla luce naturale di filtrare e di illuminare la parte centrale dell’appartamento. La scala è diventata un elemento attorno al quale ruotano le diverse attività della giornata, visibile e percepibile da più angolazioni, la sua posizione centrale ridisegna gli ambienti e sfrutta al meglio gli spazi inutilizzati dell’impianto planimetrico esistente.
FOTO DI LUCA FRASCA E SHARE STUDIO
- committente: privato
- localizzazione: Rivarolo Canavese (To)
- incarico: progetto preliminare, definitivo ed esecutivo, coordinamento sicurezza, direzione lavori, progetto arredi su misura, studio illuminotecnico
- importo: 150 000€
- superficie: 120mq
- cronologia: 2015-2016 - lavori conclusi
- progetto: Architetto Silvia Donetti, Architetto Alessia Fenoglio
- realizzazione: Impresa Edile F.lli Donetti G.&P.snc (opere edili), Ditta Freisa Luciano (impianti termici e sanitari), Armonica snc di P. Molino e F. Poggio (impianti elettrici), Miserere srl (arredi su misura)